Auto aziendale: possibili effetti sui soci

Il fatto che un terzo abbia la disponibilità del mezzo per oltre 30 giorni può far scattare controlli in relazione alla norma che dal 2012 ha previsto  la tassazione dell’uso di beni di impresa  se a canoni inferiori a quelli di mercato.

 

Non ci sono peraltro conseguenze per i soci-amministratori o soci-dipendenti che impiegano il veicolo in benefit. 

 

L’articolo 67, lett.h-ter del Tuir, introdotto dal D.L. n.138/11, stabilisce che genera reddito imponibile l’utilizzo, da parte dei soci oppure dei loro familiari, di beni di impresa a titolo gratuito o a fronte di un corrispet¬tivo inferiore al valore di mercato.

 

Le regole sui beni aziendali dati in uso a soci gratuitamente o a prezzi inferiori al valore di mercato si collegano con i nuovi obblighi di annotazione sulla carta di circolazione in vigore dal 3 novembre 2014. 

 

L’annotazione, lo ricordiamo, non riguarda gli utilizzi da parte di dipendenti, collaboratori e amministratori (anche se soci) a titolo di fringe-benefit (o comunque a titolo promiscuo). 

 

In ogni caso , per le  autovetture utilizzate da soci o loro  familiari, si verifica una situazione che potrebbe richiedere la tassazione del reddito del socio e la comunicazione annuale entro il 30 aprile.

 

I controlli incrociati (socio-società) potranno avere ad oggetto la verifica  se il canone pagato era almeno pari al valore del diritto di godi¬mento, oppure se il reddito è stato regolarmente tassato e la società ha recuperato a tassazione i costi dell’auto.