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Lavori in corso per la Legge di Stabilità. Indiscrezioni.

  • di Luigi Mondardini

    Nella Legge di Stabilità ci sono due novità rilevanti in ambito tasse sulla casa (IMU e Tasi) rispetto a quanto emergeva nei giorni scorsi: fino a quando il testo non sarà in Gazzetta Ufficiale il condizionale resta d’obbligo, ma comunque le indiscrezioni che stanno girando indicano che le imposte sugli immobili diversi dalla prima casa in realtà crescono più di quanto sembrasse.

    Innanzitutto, il tetto fra IMU e Tasi, su questi immobili, non può superare il massimale IMU più lo 0,1% di aliquota base Tasi, mentre prima sembrava che la somma delle due imposte non potesse superare il precedente massimale IMU.

    Tasse sui redditi fondiari

    La seconda novità è rappresentata invece dall’IRPEF sui redditi fondiari, nella misura del 50%: in effetti, se ne era parlato alla vigilia del Cdm del 15 ottobre (quello che ha approvato la Legge di Stabilità), ma poi sembrava che la reintroduzione di questa imposta fosse saltata con il testo del Ddl. Ora, invece, le ultime indiscrezioni indicano che l’Irpef fondiaria al 50% fa parte della Legge di Stabilità, e si paga sulle seconde case sfitte.

    Per riassumere, il prelievo fiscale sulle abitazioni diverse dalla prima casa e non affittate sembra destinato a salire parecchio: c’è un massimale dello 0,1% più alto di prima, e c’è l’Irpef fondiaria.

    Passando alle prime case: qui, restano confermate le notizie già annunciate. L’IMU viene eliminata, si paga solo la Tasi, con aliquota che può oscillare dallo 0,1 allo 0,25%. Decideranno i comuni. Per i contribuenti, significa che l’aliquota sarà nella quasi totalità dei casi più bassa rispetto a quella precedentemente applicata sulla prima casa (che andava da un minimo dello 0,2 a un massimo dello 0,6%, e che nella maggior parte dei casi i comuni avevano lasciato allo 0,4%). Ma prima c’erano le detrazioni (200 euro, più 50 per ogni figlio) che ora, almeno stando al testo fino a qui conosciuto, non sono più previste. I comuni hanno comunque margini nelle deliberere per azzerare l’imposta, ma resta il fatto che esiste, per come è attualmente formulata la legge, la possibilità che le prime case di valore inferiore, che prima grazie alle detrazioni non pagavano l’IMU, ora invece si ritrovino a dover versare la tassa, pur in misura modesta.

    Per le aziende, potrebbe esserci una novità positiva. La Legge dovrebbe prevedere la deducibilità dell’IMU pagata sugli immobili strumentali. Si tratta di una deduzione Ires al 20%. Da una parte, si tratta di una misura che va incontro a pressanti richieste delle imprese in questo senso (e anche a promesse del governo, formulate in occasione del decreto che ha eliminato l’IMu sulla prima casa nel 2013). Dall’altra, bisogna vedere in che modo la deduzione riuscirà almeno a compensare l’aggravio che si determina, anche per gli immobili di impresa, dal fatto che si possano applicare le precedenti aliquote  IMU  più la  Tasi.

    Nell’attesa delle norme precise contenute nella Legge di Stabilità, ci sono le prime stime sul gettito. Facendo i calcoli in base all’aliquota standard dell’1 per mille, la nuova Tasi sulle prime case vale 3,76 miliardi di euro. Significa un gettito superiore a quello 2012 relativo all’IMU sull’abitazione principale, sempre calcolato ad aliquota standard,  pari a 3,3 miliardi. Significa che di fatto la Tasi costerà più dell’IMU.

    A questo proposito, è intervenuta una precisazione del ministero dell’Economia: i 3,7 miliardi di gettito Tasi, oltre all’Imu incamerano anche la vecchia Tarsu sui servizi indivisibili (che era compresa nella tassa sui rifiuti). E la somma della vecchia IMU prima casa e della tassa sui servizi è pari a 4,7 miliardi, che è la cifra da mettere in relazione con il gettito Tasi. In pratica, quindi, per i contribuenti c’i sarebbe un risparmio di 1 miliardo sulla prima casa,che non dovrebbe però tradursi in un analoga mancata entrata dei Comuni, ai quali la Legge di Stabilità garantisce proprio 1 miliardo a compensazione del mancato gettito IMU.

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