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Partecipazioni non qualificate: si alza il prelievo

  • di Luigi Mondardini

    Aumenta la tassazione per le plusvalenze derivanti dalla negoziazione di partecipazioni non qualificate.

    Resta inalterata quella relativa alla compravendita di partecipazioni qualificate. 
     
    È questo il contenuto finale della conversione del decreto n.66 (Irpef): l’emendamento approvato lo scorso mese in Commissione al Senato, che innalzava dal 49,72% al 60,46% la quota imponibile dei capital gains relativi a partecipazioni qualificate, è stato infatti soppresso. 
     
    Ne consegue che dal 1° luglio le plusvalenze relative alla cessione di partecipazioni non qualifi¬cate saranno tassate nella misura del 26% (in luogo del 20% previsto attualmente) mentre quelle relative a par¬tecipazioni qualificate saranno assoggettate ad un’imposizione che va da un minimo dell’11,4% ad un massimo del 21,37%. 
     
    È evidente che il “riequilibrio” dei due sistemi di tassazione non poteva essere raggiunto attraverso l’innalzamento dell’imposizione sui dividendi e capital gains derivanti da partecipazioni qualificate ma semmai attraverso una riduzione dell’imposta sul reddito delle società a un livello tale da non rendere troppo oneroso il carico fiscale complessivo gravante sulla società e sui soci
     
    L’incremento dal 20% al 26% della tassazione delle rendite finanziarie, che decorrerà dal 1° luglio 2014, riguarderà una platea molto vasta di risparmiatori. 
     
    Coloro che detengono obbligazioni emesse da società private, ovvero azioni emesse da società quotate e non quotate, subiranno una maggiore imposizione all’atto della nego¬ziazione dei titoli, ovvero all’atto dell’incasso degli interessi o dei dividendi derivanti da tali strumenti finanziari. 
     
    La stessa sorte toccherà ai soggetti titolari di conti deposito, conti correnti, certificati di deposito, che vedranno ridursi il rendimento netto prodotto da tali strumenti finanziari con riferimento agli interessi maturati a partire dal prossimo 1° luglio. Non saranno invece interessati dall’incremento dell’imposizione fiscale coloro che deten¬gono titoli di Stato italiani o titoli emessi da Stati esteri compresi nella white list.
     
     
     

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