Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri prevede l’applicazione di un’imposta secca del 15% sui contratti a canone concordato
Si tratta di un tipo di contratto prevista per le locazioni abitative dove, in base ad accordi fra rappresentanti del Comune, associazioni dei proprietari e sindacati inquilini, vengono stabili valori compresi fra un minimo ed un massimo a seconda delle caratteristiche dell’appartamento e della zona in cui è ubicato.
I proprietari che accettano di affittare secondo i valori stabiliti dall’accordo territoriale godono di un migliore trattamento fiscale ai fini IRPEF, mentre i comuni possono deliberare aliquote IMU ridotte.
La durata contrattuale minima è di 5 anni (3+2) a fronte degli otto anni delle locazioni a canone libero (4+4).
Come è noto la cedolare secca prevede un’imposta del 21% per i contratti standard e del 19% per quelli concordati, a fronte di Irpef, addizionali e imposta di registro. Ora si abbassa ulteriormente l’aliquota al 15%.
Il nuovo regime consente quindi un risparmio di imposta interessante:
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A
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B
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C
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Canone
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Canone
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ced. 21%
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ced.19%
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ced.15%
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A - C
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B - C
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mese
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annuo
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500
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6.000
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1.260,00
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1.140,00
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900,00
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360,00
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240,00
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600
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7.200
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1.512,00
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1.368,00
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1.080,00
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432,00
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288,00
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700
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8.400
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1.764,00
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1.596,00
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1.260,00
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504,00
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336,00
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800
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9.600
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2.016,00
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1.824,00
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1.440,00
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576,00
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384,00
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900
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10.800
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2.268,00
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2.052,00
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1.620,00
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648,00
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432,00
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1.000
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12.000
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2.520,00
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2.280,00
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1.800,00
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720,00
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480,00
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