L’Ivafe è l’Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero che grava sulle persone fisiche residenti in Italia che detengono prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio, presso intermediari esteri e si applica a partire dal periodo di imposta 2012 in misura proporzionale del 2 per mille annuo del valore delle attività finanziarie stesse (per il 2013 era l'1,5 per mille).
Con effetto dal periodo d'imposta 2014, ora l'imposta non si applica più indistintamente su tutte le attività finanziarie, ma si applica solo ai prodotti finanziari.
L’IVAFE non è più dovuta sulla detenzione da parte delle persone fisiche fiscalmente residenti in Italia di partecipazioni in società estere, nonché sulla detenzione all’estero di metalli preziosi allo stato grezzo o monetato.
Per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero l’imposta è stabilita nella misura fissa di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio detenuti all’estero.
L’imposta non è dovuta quando il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti conto e dai libretti non è superiore a 5.000 euro.
A tal fine occorre tener conto di tutti i conti o libretti detenuti all’estero dal contribuente presso lo stesso intermediario, a nulla rilevando il periodo di detenzione del rapporto durante l’anno. Se il contribuente possiede rapporti cointestati, al fine della determinazione del limite di 5.000 euro si tiene conto degli importi a lui riferibili pro quota.