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Studenti universitari fuori sede: come detrarre l'affitto

  • di Francesco Mondardini

    Quanto si può detrarre dei canoni pagati?

    Sei uno studente universitario fuori sede e ti stai chiedendo se e come poterti scaricare le spese di affitto in dichiarazione dei redditi? Ti stai ponendo le stesse domande, ma sei uno studente Erasmus all’estero con residenza italiana? Ecco, un riassunto – veloce, ma completo – di tutte le nuove regole introdotte quest’anno per permettere agli universitari di detrarsi le spese d’affitto.

    Di che affitto si parla? Per potersi scaricare i canoni di locazione pagati, serve anzitutto un contratto con l’ammontare dei canoni dovuti (e poi effettivamente versati, tramite bonifico, ecc.). Il Fisco ammette tre tipologie di contratti:

    1.      Contratti di locazione di immobili a uso abitativo (ex l. 431/1998).

    2.      Contratti di ospitalità (in cui le parti sono il gestore di una struttura ricettiva e il cliente).

    3.      Atti di assegnazione in godimento o locazione, stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari, enti senza fini di lucro e cooperative.

    Di quanti euro stiamo parlando? Il canone di locazione appartiene alla famiglia delle detrazioni al 19% rispetto al costo effettivamente sostenuto. Nel caso degli universitari, fuori sede o Erasmus che siano, il tetto massimo di costo imponibile detraibile è stato fissato a 2.633 euro. A tale ammontare, dunque, va applicato il coefficiente di detrazione del 19%. Ergo: in base all'ammontare dei costi sostenuti, ci saranno da 1 a 500 euro detraibili e direttamente scontabili dall’imposta lorda della dichiarazione.

    A chi è rivolta? La maggior parte degli studenti universitari risulta ancora fiscalmente a carico del proprio nucleo famigliare. In questo caso, la detrazione del canone d’affitto viene ancora “ereditata” dai genitori, che possono scontarla nella propria dichiarazione dei redditi. “Indipendenti” fiscalmente, invece, lo si diventa quando si superano i 2.840,51 euro di reddito annuale. Superato tale limite, si è tenuti a pagare il proprio 730 e le detrazioni diventano la cura per eccellenza per evitare salassi fiscali.

    Il cavillo geografico. Ma anche se siete in possesso di un regolare contratto d’affitto, studiate in Italia (o quantomeno siete iscritti in un’Università italiana) e non siete fiscalmente a carico dei vostri genitori, non è detto che possiate accedere alle detrazioni. C’è infatti anche il cavillo geografico da superare: servono almeno 100 km di distanza, tra il vostro Comune di residenza e quello in cui ha sede la vostra università, per giustificare le detrazioni dell’affitto. In caso contrario, lo studente non è ritenuto “abbastanza” fuori sede da averne diritto.

    Il caso degli Erasmus. E se invece in questo momento state facendo festa in Erasmus? In questo caso, anche il Fisco vi fa un regalo, ammettendo in detrazione le spese d’affitto sostenute all’estero, purché la sede dell’università partner della vostra facoltà italiana sia ubicata in uno Stato membro dell’Ue o in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo con i quali sia possibile lo scambio di informazioni.

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