Si parte dal 2019 con un percorso graduale.
L’'obiettivo è quello di passare dalle cinque aliquote attuali a due aliquote dal 2021.
La riforma dell’IRPEF dovrà partire già dal 2019; nella bozza della nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) si legge, infatti, che: «Il governo intende avviare da subito la riforma dell'imposta sui redditi delle famiglie e dei cosiddetti contribuenti minimi.
La graduale introduzione di una flat tax sui redditi avrà un ruolo centrale nella creazione di un clima più favorevole alla crescita e all'occupazione tramite la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro».
Attualmente il meccanismo dell'Irpef prevede cinque aliquote :
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per i redditi fino a 15 mila euro (fino a 8.000 c'è la no tax area) il 23%
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da 15.001 a 28.000, il 27%
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da 28.001 a 55.000, il 38%
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da 55.001 a 75.000, il 41%
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da 75.001 in su il 43%.
Per le persone fisiche, si passerà inizialmente dalle attuali cinque a tre aliquote, per approdare al 2021 a due aliquote, vale a dire al 23% per i redditi fino a 75 mila euro e 33% sopra a tale livello.
Già dal 2009 la vera e propria flat tax verrà applicata per il regime dei minimi al quale verranno apportati correttivi rispetto a quello vigente:
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aliquota del 15% per i ricavi fino a 65 mila euro e aliquota del 20% per quelli fino a 100 mila euro, che includa anche l'Iva venendo incontro alle regole europee. Inoltre esenzione della fatturazione elettronica.
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Nella bozza di Nadef non si scende nei dettagli del meccanismo ma si evidenzia che «i cambiamenti allo studio consistono nell'innalzamento della soglia di ricavi e delle spese per il personale e per i beni strumentali a cui si applica il regime dei minimi, beneficiando così di una platea più ampia di artigiani, piccoli imprenditori e professionisti».
Altro tema molto sentito quello della “pace fiscale” per la quale viene fissato (al momento) un tetto a 100 mila euro. La misura si applicherà da quello che si evince dalla Nota di aggiornamento a cartelle esattoriali e liti fiscali pendenti fino al secondo grado.