Dal 2017 un nuovo regime di tassazione separata per il reddito d’impresa.
La nuova imposta (IRI) , Imposta sul reddito d’impresa, si basa su una aliquota fissa del 24% per il reddito che resta in impresa e non viene prelevato dall’imprenditore.
Si tratta di un regime di imposizione opzionale destinato agli imprenditori individuali, le società in nome collettivo e in accomandita semplice in regime di contabilità ordinaria.
Pertanto:
- il reddito che rimane in azienda sarà tassato al 24% e non concorrerà formare il reddito complessivo Irpef; sulla parte di reddito rimasto in azienda, l’imprenditore non potrà far valere eventuali oneri deducibili/detraibili personali, quali detrazione familiari a carico, mutuo per la casa, università per i figli, spese mediche, assegno al coniuge, ecc.
- il reddito prelevato dall’imprenditore sarà assoggettato ad IRPEF secondo gli scaglioni vigenti.
Per avvalersi del nuovo regime già dal 2017 , la cui opzione che dovrà avvenire in dichiarazione dei redditi nel Modello Unico/2018, occorre che l’impresa operi in regime di contabilità ordinaria .
Il nuovo regime durerà 5 anni ed è rinnovabile.
La nuova imposta sembra essere di scarso interesse per un piccolo imprenditore con una media annua di reddito lordo fra i 25.000/30.000 Euro con parecchi oneri personali.
Può diventare un’opzione vantaggiosa per chi consegua un reddito lordo annuo mediamente intorno ai 45.000/50.000 euro o anche maggiore , in grado di non prelevare una parte degli utili (ad esempio 20.000 Euro) lasciandoli in azienda; in questo caso si avrebbe il vantaggio di assoggettare tale somma ad un’aliquota del 24% e ad Irpef gli altri 30.000 euro su cui poter far valere anche gli oneri deducibili/detraibili personali.