L’aggiornamento degli Studi di Settore è una procedura per mantenere, almeno in un periodo di medio termine, la rappresentatività degli stessi rispetto alla realtà economica di un Paese.
La legge 146/1998, prevede una “rivisitazione” periodica, con una frequenza che non superi i tre anni dall’entrata in vigore degli studi di settore o dall’ultima revisione effettuata.
In questo senso rientra l’allegato 1 al provvedimento del 23 febbraio 2015 del direttore dell’Agenzia delle Entrate, con il quale è approvato il “Programma delle revisioni degli Studi di Settore relativo all’annualità 2015”.
Per l’anno 2015 sono previsti ben 70 Studi di Settore in evoluzione, tra i quali ci sono tre casi in cui tale evoluzione sarà più rapida e anticipata rispetto agli altri, in virtù dell’elevato grado di innovazione tecnologica insito in quei mercati (VG96U, WG66U e WG74U).
Nel dettaglio i 70 Studi di Settore sono così suddivisi:
26 relativi al settore dei servizi;
12 a quello delle manifatture;
12 ad attività professionali;
20 al settore del commercio.
Una volta che la commissione di esperti avrà elaborato le nuove versioni, i contribuenti avranno a disposizione i nuovi parametri di valutazione dei redditi e sapranno se sono previsti accorpamenti tra Studi, oppure trasferimenti di uno o più codici di attività da uno Studio ad un altro.