I professionisti vengono nuovamente esclusi dall’applicazione della scissione dei pagamenti (split payment), vale a dire il meccanismo in virtù del quale per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di amministrazioni pubbliche, sono direttamente queste ultime a versare l’Iva all’erario.
Infatti, al pari di quanto era previsto dalla versione originaria della disciplina, ne viene riproposta l’inapplicabilità alle prestazioni di servizi i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o di acconto.
La novità opera con riferimento alle operazioni per le quali la fattura è emessa dopo il 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del “decreto dignità”).