Condono su redditi non dichiarati.
Il decreto fiscale dovrebbe contenere le misure necessarie per sanare la posizione verso l’erario: rottamazione ter, chiusura agevolata delle liti pendenti, sanatoria per i redditi non dichiarati negli ultimi 5 anni ( definita flat tax-dichiarazione integrativa).
Nella bozza di decreto in arrivo sono previste innanzitutto due vie per chiudere i conti con il fisco. In particolare:
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la rottamazione ter delle cartelle, più conveniente delle due precedenti perché diluita in 5 anni e con domiciliazione bancaria dei versamenti; la rottamazione delle cartelle consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti da gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024 . La rottamazione ter delle cartelle consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti dal gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024. Potrà usufruirne anche chi ha aderito alla precedente rottamazione, ma deve aver pagato già la rata di novembre: il resto sarà ricalcolato dal Fisco. Sarà l’Agenzia della Riscossione a calcolare i debiti pendenti e il contribuente dovrà comunicare di voler aderire entro il 30 aprile. Primo versamento previsto per il 31 luglio 2019: si potrà versare anche tutto in un’unica soluzione. Chi sceglie la rateizzazione dovrà pagare per 5 anni, a luglio e novembre, con interessi dello 0,3% annuo. Si potrà scegliere la domiciliazione dei pagamenti sul conto. L’operazione vale anche per le multe stradali.
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la «pace fiscale» per chiudere le controversie pendenti col fisco. Per quest’ultimo caso si pagherà il debito contestato ma, se l’erario ha già perso in primo e secondo grado, ci sarà uno sconto deciso che può dimezzare o ridurre a un terzo il dovuto. . In pratica, più è basso il rischio di perdere la causa fiscale meno si dovrà pagare. Per fare pace sarà necessario fare domanda entro il 16 maggio e pagare cinque rate trimestrali: tre nel 2019 e due nel 2020.
La pace fiscale nella versione più ampia - in pratica un condono ad ampio raggio- prenderà il nome di "flat tax-dichiarazione integrativa". I dettagli sono da definire, tanto è vero che nella bozza del decreto fiscale c’è solo il nome.
La flat tax-dichiarazione integrativa consentirà a imprese e contribuenti di integrare i versamenti di imposte per le annualità ancora soggette ad accertamento (dal 2013 al 2017) con il pagamento di un’imposta sostitutiva (di Irpef, addizionali comunali e regionali Ires e Irap) del 15 o 20%.
Dunque, chi non ha dichiarato redditi o lo ha fatto in modo non corretto negli ultimi cinque anni (dal 2013 al 2017) potrà ravvedersi, presentando una dichiarazione integrativa.