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La detassazione di Trump alle imprese è davvero sostenibile?

  • di Francesco Mondardini

    Il primo punto della lista Trump per ottenere la copertura sulla manovra fiscale di detassazione alle imprese è rappresentato dall’aggancio fiscale dell'offshoring al bilancio federale. Si tratta di una mossa delicata per cui verrà introdotta una flat tax attrattiva per le multinazionali, con l'intento di stimolare il rientro dei capitali negli Stati Uniti.

    Ma qual è il vero problema con la delocalizzazione? Negli Usa esistono le più grandi multinazionali del pianeta. Proprio dalla culla del libero mercato ha avuto origine il fenomeno di delocalizzazione che come un boomerang a favore di vento è recentemente tornato a colpire il cuore degli States. Il Congresso finora non è riuscito a legiferare, in materia di offshoring, una tassazione che possa garantire il rientro (perlomeno parziale) dei capitali offshore. Le aziende americane fatturano ogni anno 3.990 miliardi di dollari fuori dal territorio dell’Unione. Di questi, non ne rientra ormai più nessuno. Il perché lo ha spiegato chiaramente Microsoft, portavoce storica delle multinazionali americane: “Fatturiamo 93 miliardi di dollari all’estero. Se rientrassimo in patria i profitti prodotti dalle nostre sedi delocalizzate, 29.6 miliardi di questi se ne andrebbero in tasse. Chi ce lo fa fare?”. E in effetti, allo stato attuale, funziona così. Il Tesoro americano impone ai capitali di rientro alla casa madre un’aliquota fiscale pari alla differenza tra quella americana (35%) e quella del Paese in cui la multinazionale ha investito. Di conseguenza, essendo queste aziende spesso incentivate a versare poche tasse all’estero, il rientro dei capitali in patria subisce una tassazione media sfavorevole che si attesta attorno al 30%, corrispondenti ai 29,6 miliardi che effettivamente Microsoft si troverebbe a versare se riportasse i propri investimenti sulla West Coast. La proposta di Trump, che segue quella fatta da Obama alla fine del 2015, è di applicare un’aliquota una tantum del 10% ai redditi da capitale rientranti. Questa manovra, se approvata, comporterebbe un aumento del gettito fiscale di circa 400 miliardi di dollari e potrebbe convincere tutti gli investitori che credono nel rilancio degli Usa.

    Il problema è che la detassazione alle imprese proposta da Trump richiede circa 950 miliardi di copertura e anche se la lotta all’offshoring dovesse funzionare, rimarrebbero scoperti altri 550 miliardi di dollari di minor gettito. Tanti quanti ne basterebbero per affondare il bilancio dell’Unione e indurre il Congresso a riprendere in mano l’ipotesi di fiscal cliff. 

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