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Gli Studi 2014 si adeguano alla crisi

  • di Luigi Mondardini

    Revisione congiunturale speciale per lo scorso periodo d’imposta per manifatture, servizi, professioni e commercio

    Stop all’accertamento in base agli studi di settore nei confronti degli imprenditori e dei lavoratori autonomi che, per il 2014, dichiareranno, anche a seguito di adeguamento, ricavi o compensi non inferiori a quelli risultanti dall’applicazione degli studi di settore, integrati con i correttivi previsti dal decreto ministeriale 15 maggio 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 116 del 21 maggio.
     
    A stabilirlo è il comma 3 dell’articolo 1 dello stesso Dm, che ha approvato la revisione congiunturale degli studi di settore relativi alle attività delle manifatture, dei servizi, del commercio e quelle professionali, per tener conto della crisi economica e dei mercati.
     
    Sono stati introdotti specifici correttivi che prendono in considerazione alcune grandezze e variabili economiche e le relative relazioni, modificate a seguito della crisi del 2014, tra cui:  le contrazioni più significative dei margini e delle redditività, il minor grado di utilizzo degli impianti e dei macchinari ,la riduzione dell’efficienza produttiva ,le riduzioni delle tariffe per le prestazioni professionali, gli andamenti congiunturali negativi intervenuti nell’ambito dei diversi settori, anche in relazione al territorio di riferimento,la ritardata percezione dei compensi da parte degli esercenti attività di lavoro autonomo a fronte delle prestazioni rese.
     
    È stato predisposto un apposito studio sull’analisi dell’efficienza produttiva per 193 studi di settore, escludendo i 12 relativi alle attività professionali che applicano funzioni di compenso basate sul numero degli incarichi. 
     
    Mettendo a raffronto il 2014 con il triennio precedente, è emerso che lo scorso anno in esame è stato caratterizzato da una riduzione dell’efficienza produttiva, in seguito al calo di ricavi/compensi e a un inferiore grado di utilizzo dei fattori produttivi (il lavoro e il capitale), frutto della crisi economica.
     
    In merito all’analisi di normalità economica, gli interventi riguardano l’indicatore “Durata delle scorte”, coinvolgendo i contribuenti che nel 2014 presentano contemporaneamente queste condizioni:  situazione di coerenza delle esistenze iniziali, situazione di normalità economica rispetto agli indicatori di controllo del valore dei beni strumentali ,riduzione dell’efficienza produttiva rispetto a quella storica di riferimento, individuata come il maggior valore di efficienza produttiva del triennio precedente ,dichiarazione, per gli anni 2013 e 2014, dello stesso codice attività prevalente o applicazione dello stesso studio di settore, anche se evoluto nel 2014.
     
    La soglia massima di normalità economica è stata aumentata per tener conto delle maggiori rimanenze finali determinate dalla crisi economica, cioè dell’incremento delle merci e dei prodotti invenduti a seguito della diminuzione delle vendite.
     
    Con apposite elaborazioni, tenendo conto di tutte le variabili del caso, sono stati approvati i seguenti interventi:  
     
    - correttivi congiunturali di settore, per tutti i 204 studi di settore in vigore nel 2014. In particolare, sono state esaminate le riduzioni delle tariffe in relazione ai 12 studi di settore riguardanti le attività professionali che applicano funzioni di compenso basate sul numero degli incarichi, e la contrazione dei margini e della redditività per gli altri 193 studi di settore; 
     
    - correttivi congiunturali territoriali, per i 193 studi di settore, tenendo conto della riduzione dei margini e della redditività e del minor grado di utilizzo di impianti e macchinari, collegati alla situazione di crisi economica specifica del territorio; 
     
    - correttivi congiunturali individuali, per tutti i 204 studi di settore, riservati ai contribuenti che hanno presentato nel 2014 una situazione di crisi. Si è tenuto conto della contrazione dell’efficienza produttiva (193 studi) e della ritardata percezione dei compensi per le prestazioni rese (12 studi per attività professionali).
     

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