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Diversi i punti ancora da risolvere per il nuovo redditomero

  • di Luigi Mondardini

    Nel corso di un recente convegno l’Agenzia delle Entrate ha ribadito che oltre agli ultimi meccanismi da perfezionare il “nuovo” redditometro deve fare i conti anche con la crisi economica e con il parere favorevole del garante della privacy.

     Il primo punto affrontato è quello della privacy. Il confronto con il Garante, che si dovrà concludere prima di dare il via in modo massiccio alla campagna, è ancora in corso. Sotto esame sono due aspetti relativi al nuovo strumento fiscale: il modo con cui sono stati costruiti i profili dei contribuenti (cioè come sono state raccolte le informazioni necessarie a costruire le spese effettuate) e il tipo di dati che vengono forniti dall'Anagrafe Tributaria per costruire il profilo fiscale del contribuente. Si tratta di due ambiti di intervento che servono a garantire che dati estremamente personali siano utilizzati in modo corretto. È su questo che il Garante vuole fare chiarezza. Sul metodo e sulla qualità. Perché oltre ad accendere un faro su come l'Agenzia delle Entrate arrivi ad intercettare i dati potenzialmente “sensibili”, il Garante ha puntato la sua attenzione sul tipo di dati raccolti.

    Un’altra questione è la crisi economica in corso. Il meccanismo di applicazione del nuovo redditometro non consente di collegare i disinvestimenti che effettua un contribuente all'utilizzo di risorse per coprire le spese correnti. In altre parole il redditometro non tiene conto del comportamento che sta tenendo in questo periodo la maggior parte delle famiglie italiane: mettere mano al patrimonio per far fronte alle esigenze del mantenimento giornaliero.

    Ed è proprio per questo motivo che diventa centrale il contradditorio. Tale meccanismo punta “a recuperare all'adempimento spontaneo senza farsi condizionare da obiettivi monetari e che, in realtà, dà poco spazio a medie e presunzioni”, dato che l'80-90% dei dati rilevanti deriva da spese certe o risultanti da elementi certi.

     Come già anticipato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, l’obiettivo dei 35.000 controlli fissato per il 2013 non verrà mantenuto;  il grosso verrà effettuato nel corso del 2014.

     

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