Emissione della fattura (cartacea) al posto del registratore telematico
Il 2020 ha visto gli esercenti di commercio al minuto obbligati all’applicazione della disciplina legata ai corrispettivi telematici.
I contribuenti forfettari, esonerati dalla fatturazione elettronica,viceversa non hanno ottenuto nessuna esimente in tema di corrispettivi: anche tali soggetti, infatti, dal 2020 si devono dotare di un registratore telematico , e dovranno memorizzare elettronicamente e trasmettere telematicamente, alle scadenze previste, i dati all’Agenzia delle Entrate.
Con la risposta ad interpello 149 del 2019 l’Agenzia ha ammesso la possibilità di certificare i corrispettivi in maniera alternativa e cioè tramite fattura.
Con riferimento ad alcune situazioni frequenti, quale il caso di operatori che effettuano prestazioni in locali aperti al pubblico (la parrucchiera) oppure nella abitazione del cliente (l’idraulico), l’Agenzia afferma che il cedente/prestatore può certificare l’operazione tramite una fattura (ordinaria o semplificata) “immediata”.
Tale fattura, quindi può essere emessa in formato elettronico ovvero in formato analogico ove ancora sia ammesso dalla norma e tra questi ultimi vanno annoverati tanto i contribuenti in regime forfettario quanto i contribuenti in regime di vantaggio (ex minimi).
Se trasformare tutti i corrispettivi in fatture cartacee è certamente di grande utilità per chi emette pochi documenti, forse diventa più oneroso e complicato per chi ne emette con una certa numerosità.
Si pensi ad una parrucchiera che abbia in media una decina di clienti al giorno per 250 giorni lavorativi; in questo caso andrebbero compilate 2.500 fatture che, anche se “cartacee” , rappresentano un mole di lavoro non certo trascurabile.
In questi casi potrebbe risultare conveniente ( e pratico) mettere in funzione il registratore telematico per poi risparmiare successivamente il tempo dell’elaborazione di tali fatture.